L’attacco al consolato italiano rientra nel sentiero di guerra aperto dai terroristi egiziani. Un’offensiva condotta su più fronti e da gruppi diversi. C’è la «provincia» locale dell’Isis ma, in parallelo, si muovono altre organizzazioni formatesi ben prima e tutte con grande esperienza. I militanti hanno dimostrato più volte di poter agire nella stessa capitale. L’esempio, sanguinoso, più evidente è l’uccisione poche settimane fa del procuratore generale, un magistrato che collaborava anche con gli organismi europei, italiani inclusi. Lo hanno ucciso con un’autobomba potente.